La malva sylvestris, conosciuta semplicemente come malva o malva selvatica, è una pianta spontanea originaria dell’Europa e dell’Asia temperata, molto comune in Italia. Si trova dalla zona mediterranea a quella submontana e si rinviene frequentemente nei luoghi erbosi, nei ruderi lungo le strade e nei campi abbandonati.

 Questa pianta custodisce in sé una lunga storia. Sin dall’antichità è infatti conosciuta e utilizzata per le sue diverse proprietà terapeutiche. Inoltre viene adoperata in cucina da tempo per preparare piatti tipici della tradizione popolare.

Il nome deriva dal latino malva, che significa molle, perché dai tempi più antichi se ne conoscono le proprietà emollienti.

Molti personaggi illustri ne hanno celebrato le virtù. Nell’antica Roma, ad esempio, Cicerone e Catone, la utilizzavano a tavola in grandi quantità per ritemprarsi. Il poeta Marziale, invece, ne faceva uso per smaltire i bagordi dell’alcol. Plinio il Vecchio, grande amante delle piante, la considerava una vera e propria panacea, con proprietà afrodisiache.

Originaria dell’Europa e Asia temperata,

È una pianta erbacea con fusto eretto o prostrato che può crescere dai 60 agli 80 cm.

Le foglie di forma palminervia dai 5 ai 7 lobi e margine seghettato irregolarmente.

I fiori sono riuniti all’ascella delle foglie e spuntano da aprile a ottobre, di colore rosaceo con striature scure, con petali bilobati.

I principi attivi si trovano nei fiori e nelle foglie che sono ricchi di mucillagini; contiene anche potassio, ossalato di calcio, vitamine e pectina.

Tutti questi elementi, combinati tra loro, le conferiscono le seguenti proprietà: emolliente, calmante, antinfiammatoria, espettorante, antispasmodica e blandamente lassativa.

L’azione emolliente e lenitiva degli impacchi di malva è utile anche in caso di pruriti e pelle arrossata. Ad esempio, se facendo una passeggiata in montagna si viene a contatto con l’ortica, cercate la malva e sfregatene le foglie sulla parte della pelle colpita, noterete subito un rapido sollievo.